5 giugno, Giornata mondiale dell’ambiente 2025

Più di 4mila rifiuti raccolti e monitorati lungo le sponde dei fiumi Tevere e Tronto in sei attività di river litter in Lazio, Umbria e Marche. E per il 90% si tratta di plastica. É il primo bilancio delle attività di monitoraggio di citizen science sulle sponde e alle foci dei fiumi organizzata da Legambiente nell’ambito del progetto Plasticentro, reso noto in vista della Giornata Mondiale dell’Ambiente 2025 che si celebra oggi 5 giugno. Il World Environment Day 2025 è dedicato alla lotta all’inquinamento da plastica. L’Environment Programme delle Nazioni Unite ha lanciato la campagna #BeatPlasticPollution per evidenziare i danni dell’inquinamento da plastica e microplastiche a livello globale.
Liberare i fiumi dalla plastica ed evitare che raggiunga i mari, è questo l’obiettivo del progetto Plasticentro, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica nell’ambito della Legge “Salva mare” e coordinato da AUBAC (Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale) con cui collaborano Legambiente e altri partner come Enea, Università Politecnica delle Marche, Arpa Lazio e Arpa Umbria. Le attività si concentrano nei fiumi del Centro Italia.
“La lotta all’inquinamento da plastica richiede un impegno collettivo e concreto. Con il progetto Plasticentro, in collaborazione con enti e istituzioni, vogliamo portare un contributo tangibile alla salvaguardia dei nostri fiumi e, di conseguenza, dei nostri mari – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. Le barriere galleggianti rappresentano una soluzione efficace per intercettare i rifiuti prima che raggiungano il mare, ma il vero cambiamento passa da un ripensamento del nostro modello di produzione e consumo.
Coinvolgere i cittadini, le istituzioni e i territori è la chiave per andare verso il riciclo, riuso e l’economia circolare. I volontari dei Circoli di Legambiente hanno già organizzato diverse attività di river litter e a breve si conosceranno i risultati del monitoraggio scientifico”.
Le barriere “mangia-plastica”: un potenziale da due tonnellate di rifiuti bloccate in un anno di attività
Per bloccare il flusso dei rifiuti che dai fiumi si riverserebbe nel mar Tirreno e mar Adriatico il progetto Plasticentro prevede l’installazione di barriere “mangia-plastica” in punti cardine dei corsi d’acqua, uno strumento già testato per il Tevere nella Regione Lazio e che a breve verrà implementato. Due tonnellate di rifiuti raccolte e bloccate ogni anno, evitando il loro rilascio in mare. Una grande mole di rifiuti “negata” ai nostri mari grazie a ognuna delle barriere galleggianti che saranno posizionate nei fiumi del Centro Italia, tra cui anche il fiume Tevere, Aniene e Tronto. Questo modello è già stato sperimentato con successo dalla Regione Lazio tra il 2019 e il 2022. In quell’esperienza, due barriere installate sul Tevere e sull’Aniene hanno permesso di raccogliere oltre 12 tonnellate di rifiuti in tre anni, tra cui circa 30.000 bottiglie in PET all’anno. Una dettagliata analisi dei materiali raccolti ha rivelato che il 66% dei rifiuti era composto da materiali non legati agli imballaggi plastici, mentre il restante 34% era costituito da plastica da imballaggio, in particolare bottiglie in PET (25%).
Come funzionano le barriere
Le barriere galleggianti sono ancorate alla sponda dei fiumi e progettate per intercettare i rifiuti galleggianti, convogliandoli verso un’area di accumulo accessibile da terra. Da qui i rifiuti vengono raccolti e trasportati in impianti di selezione per valutare la possibilità di riciclo, soprattutto per quanto riguarda la plastica da imballaggio. Fattori come la posizione della barriera (più efficace vicino a centri urbani), la frequenza di svuotamento, le condizioni meteo e la presenza di discariche abusive a monte influiscono notevolmente sulla quantità di rifiuti intercettati.
River litter, il primo bilancio delle attività dei volontari
Di pari passo a questi interventi, sono previste azioni di coinvolgimento delle comunità locali nelle attività di pulizia delle sponde dei fiumi e monitoraggio scientifico di citizen science per valutare la tipologia e la quantità dei rifiuti raccolti, con l’obiettivo di evidenziare l’imponente quantitativo di plastiche e microplastiche presenti e agire in modo sempre più mirato per arginare il fenomeno e promuovere logiche di economia circolare.
Nei primi sei eventi organizzati da Plasticentro, con il supporto dei partner e dei circoli regionali di Legambiente, sono stati monitorati oltre 20mila metri quadrati lungo le sponde dei fiumi Tevere, nel Lazio e in Umbria, e Tronto nelle Marche. Dalla catalogazione dei rifiuti, effettuata a margine delle attività di pulizia delle sponde dei fiumi, è emerso che sono stati monitorati ben 4288 rifiuti totali, per un quantitativo di 714 rifiuti ogni 100 metri lineari, di cui il 90% (3868 rifiuti) è plastica. Oltre a rifiuti di ogni genere: biciclette, bici da bike sharing, pneumatici ecc.
Anche le microplastiche nel mirino di Plasticentro
Le attività non sono rivolte solo ai macro-rifiuti. Enea, Arpa Lazio e Arpa Umbria stanno lavorando per definire un protocollo di indagine delle microplastiche nei grandi e piccoli corsi d’acqua delle regioni coinvolte dal progetto, sperimentando metodi e campionatori per affinare la procedura più adatta a monitorare questo inquinamento invisibile ma ubiquitario.
Fino alla fine dell’anno prossimo (dicembre 2026), le attività dei partner di Plasticentro riguarderanno sia le microplastiche, sia i macro-rifiuti, con azioni volontarie e di sensibilizzazione che prevedono la pulizia e la raccolta dei rifiuti lungo le sponde dei fiumi e in prossimità delle foci di Tevere, Nera e Tronto in diversi punti nel Lazio, Umbria e Marche. Da Roma a Perugia, da Ostia alla Riserva della Sentina (AP), in concomitanza con la pulizia verrà svolta l’attività di censimento e catalogazione dei rifiuti rinvenuti per stabilire le principali tipologie di rifiuto e le attività dalle quali derivano.